una topografia sonora del respiro che passa intimamente tra il vegetale e il carnale
L’aria è il passaggio del respiro tra i corpi, contiene i fantasmi di piante e animali quando una volta erano intrecciati. Qui in Val Taleggio, dove quasi ogni centimetro del paesaggio è bosco, quel respiro è profondo. Come le foglie puliscono l’aria, puliscono il nostro respiro e come le radici cercano terreno fresco, le nostre menti si meravigliano. Il progetto corteccia e ossa cerca di rendere udibile il respiro tra il mondo vegetale e quello umano. Il suono attira la nostra attenzione sugli spazi intermedi, momenti in cui una cosa diventa un’altra e dove l’identità si ripiega su se stessa.
In tre composizioni sonore, pelle, radici e polmoni, cerco i suoni che confondono i confini tra i nostri corpi carnosi e vegetali. Non è solo una celebrazione di questa relazione simbiotica che persiste da centinaia di migliaia di anni, ma anche una posizione attivista verso la pulizia della nostra aria, e quindi del nostro respiro. Propongo che prendersi cura del nostro corpo sia sviluppare una consapevolezza del nostro sé vegetale, non avremmo nemmeno le mani se non ci fossero rami a cui aggrapparci.
Beth Robertson è un’artista del suono con sede a Londra e Glasgow. La sua pratica attraversa i confini del suono, dell’ecologia e della geografia in un’indagine interdisciplinare sulle testimonianze del più che umano. Attraverso l’uso di registrazioni sul campo, fotografia e musica crea mappe sonore che esplorano le ecologie locali e sperimentano mezzi di ascolto interattivi giocosi per sfidare i modi in cui interagiamo con il nostro ambiente. Lo scopo del suo lavoro è seguire i fantasmi e sconvolgere i silenzi dell’Antropocene.
Beth è stata selezionata per il programma di residenza UAL Arts for the Environment presso NAHR.